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martes, 12 de febrero de 2013

BIODANZA IN AMBITO PENALE: ROBERTA ROSA, ANTONIA TRIANI E CARLA ABBRUZZESE AL QUARTO FORUM INT DI BIODANZA SOCIALE E CLINICA






La situazione di sovraffollamento in cui versano le carceri italiane è un dramma e non può cadere nel vuoto. Lo ha ribadito anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano visitando il carcere di San Vittore a Milano. «Una situazione insostenibile» che «mette in gioco l'onore dell'Italia», ha affermato il Capo dello Stato. E solo un mese fa la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva condannato l'Italia per questa annosa situazione.

La "biodanza" - un sistema di sviluppo umano e rinnovamento esistenziale, basato sull' approfondimento della conoscenza di se stessi e l'auto-accettazione - viene in aiuto di chi si trova in questa condizione, con attività laboratoriali strutturate e realizzate a partire dal fondamentale e imprescindibile principio della centralità della persona umana, come già sperimentato in Basilicata nell' ambito di progetti-pilota che hanno avuto successo, grazie a Roberta Rosa che ha ideato - insieme a Carla Abruzzese e Antonia Triani - un protocollo di intervento di biodanza in ambito penale.




Roberta Rosa

Di questi ed altri temi connessi al "sistema biodanza" si parlerà a Creazzo (VI), nell'ambito del quarto Forum internazionale di Biodanza sociale e clinica, in programma dal 1° al 3 Marzo prossimo, un evento che richiamerà esperti di tutto il mondo. «L'obiettivo - spiega il Direttore del Forum, Giovanna Benatti - è quello di rendere consapevoli i detenuti che il corpo è una sorgente di vita, una palestra di relazionale per alleare anche mente e cuore.
Antonia Triani

Il corpo, quindi, come strumento di cambiamento. Un modo per far emergere le proprie capacità - attraverso un percorso di autostima, sicurezza in se stessi e empatia verso gli altri - riconoscendo il proprio valore, identificandosi in un'identità "sanata" e capace di entrare in relazione con gli altri. Credere che tutto sia possibile: con questo stimolo si possono affrontare anche le difficoltà di chi vive una condizione di reclusione. La "vivencia", strumento che coinvolge la cinestesia, le funzioni viscerali ed emozionali, ha proprio questo scopo: mettere allo scoperto i propri potenziali abbandonando i meccanismi di difesa e i lati d'ombra della propria personalità.


Carla Abbruzzasi
 

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